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Il Commisario prefettizio

PUBBLICAZIONI > Ceccano nel tempo

Fra l’indifferenza generale dei cittadini ceccanesi, nel palazzo comunale si è insediato il commissario prefettizio. Si chiama Edoardo D’Alascio.
Dalla fine della guerra tre sono stati i rappresentanti del prefetto che hanno as- solto tale importante incarico:    Francesco Flores ( 1946 ), Felice Franco (1950), E- gidio Di Meo ( 1994). Pur non essendo superstizioso e non andando mai alla ricerca di segnali mi limito a dire che, certamente involontariamente, costoro “ prepararono “ la successiva vittoria elettorale delle sinistre.
Cosa è successo ? Se dovessi partire dalle elezioni del 2012 ci vorrebbe un lungo saggio ricostruttivo ma con il rischio di confondere le idee per via delle tante posizioni contraddittorie rilevate, dei repentini cambi di atteggiamento e per aver sentito tanto dire ma mai accompagnato dal fare. Mi limito allora a riportare solo gli ultimi avvenimenti:

- ore 13, 30 del 12 giugno: il messo comunale notifica nelle abitazioni degli assesso- ri in carica la loro decadenza voluta dalla sindaca Manuela Maliziola. Non esistono giudizi o motivazioni circa  il provvedimento.

- ore 18 dello stesso giorno, la sindaca nomina assessori Mancini, Olmetti, Giannetti, Ciotoli, Zegretti.Una parti- colarità: è la prima volta che  tutti gli assessori sono in possesso di laurea.

- ore 9,30 del giorno successivo: undici consiglieri comunali ( otto di maggioranza e tre di minoranza) consegnano simul- taneamente nelle mani del segretario comunale  le  loro  dimissioni dal consiglio. Anche in questa scelta mancano le motivazioni.
Secondo le disposizioni vigenti, se più della metà dei consiglieri simultaneamente si dimette, il consiglio viene sciolto e sindaco e giunta decadono.


E’ opportuno, infatti, ricordare che i cittadini sulla stessa scheda votano simultaneamente per sindaco e consiglio comuna- le. Non esiste una gerarchia fra i due livelli istituzionali poiché si equivalgono: la caduta di uno trascina l’altro.

Scrivevo di indifferenza e silenzio dei cittadini ma potrei dire anche degli attori che sono stati artefici di poco edificante spettacolo.
Non ho mai ritenuto “ la follia “ una categoria politica pertanto non ritengo sciocchi coloro che si sono dimessi, né la sindaca che tale atto ha inconsapevolmente o consapevolmente predeterminato.
Può esserci stato panico fra i primi per il modo decisionista e poco “dialettico“ della sindaca? Può esserci stato da parte di quest’ultima un grossolano errore di valutazione ? Non intendo andare alla caccia all’errore. A me interessa conoscere di più e meglio quello che c’è stato e ancora c’è attorno a questa vicenda: le forze economiche che si sono fronteggiate, i temi e le ipotesi contrapposte di gestione. Insomma quanto hanno riguardato le scelte future circa la politica urbanistica, l’edificazione diffusa senza regole, oneri di urbanizzazione ancora da pagare, l’housing sociale, l’incubatore d’impresa, la gestione della bonifica della Valle del Sacco, nuove richieste di finanziamento all’Europa e alla regione Lazio o altre contrapposizioni che non riesco a percepire ? Chi è che potrebbe rispondere ai miei quesiti ? Pochissimi perché il vertice della piramide decisionale si è ancor più ristretto. Non contano i par- titi e, forse, nemmeno i consiglieri comunali. Mi guardo bene da usare il termine “cupola” perché ha altri pericolosi significati ma che i poteri decisionali siano fuori dalla politica e tutti circoscritti alla impresa o alle imprese, spesso non Ceccanesi, questo si, sento convintamente di affermarlo.


23/6/2014


 
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