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Stragi naziste in Ciociaria

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STRAGI NAZISTE IN CIOCIARIA

Sono fra i tanti cresciuto in una famiglia che per molto tempo ha ritenuto che il soldato tedesco fosse si severo ma anche serio e rispettoso. Certo, a vedere bene, per tale giudizio, in Ciociaria, o meglio fra i paesi situati a destra del Sacco, del Liri e del Garigliano, hanno pesato le terribili vicende legate agli stupri procurati dai militari appartenenti al Corpo Militare Francese.E’ stato naturale, umano quindi il raffronto fra i due comportamenti.
Nel ritenere crudeli gli atti compiuti dall’esercito francese il giudizio va accompagnato altresì anche da una ricerca ed un approfondimento su come si comportarono i tedeschi in provincia di Frosinone. Una ricerca dunque severa ed oculata. Quale migliore occasione metterne in evidenza alcuni dati proprio nei giorni in cui ricordiamo la Resistenza al nazifascismo ?
Non intendo ricordare la Resistenza in Ciociaria, quella attiva, armata, quella epica e combattuta ad armi impari fra civili e soldati tedeschi, vorrei invece avviare un approfondimento sulla Resistenza passiva delle nostre popolazioni. Quella che potrebbe essere chiamata "la terza Resistenza", dopo quella armata e dopo quella dei 600.000 militari italiani prigionieri nei campi tedeschi.
Provo appunto a sviluppare, anche se velocemente, i massacri di civili (non combattenti) avvenuti in provincia di Frosinone, quasi sempre dimenticati o addirittura sconosciuti: addirittura due a Vallerotonda, due a Vallemaio, e poi a Viticuso, Arpino,  S. Andrea del Garigliano, le diciassette fucilazioni fuori dal forte di Paliano, e quelli a noi vicini di Boville Ernica e Ripi.
Queste non sono  le uniche uccisioni perché esistono tante altre disseminate e disperse in altri comuni della provincia. Nella ricerca riportata nel libro "Il dolore della memoria" https://www.loffredi.it/il-dolore-della-memoria.html  scritta con Lucia Fabi ne sono state riportate più di duecento.
C’è un filo nero che unisce tutte queste uccisioni: si tratta prevalentemente di contadini che hanno il torto di difendere il loro bestiame o i loro averi, quali generi alimentari,foraggio o attrezzi agricoli. Appare, dunque, a chi vuole veramente vedere, una realtà completamente diversa rispetto al tanto mitizzato " buon tedesco", considerato altresì che si sono verificati, fortunatamente pochi, anche tentativi ed atti di violenza sessuale, sempre da parte nazista.
Accanto a massacri e violenze di vario genere è necessario in una giornata come questa  inoltre tener conto della vasta depredazione di impianti artigianali ed industriali, fra questi mi limito a ricordare quelli del "polverificio di Fontana Liri, della fabbrica di munizioni di Ceccano, delle cartiere  di Isola Liri". Nessuno ha mai contabilizzato quanta sia stata la ricchezza derubataci e portata in Germania o nel nord Italia.
Va precisato che le stragi  e singoli omicidi  non avevano alcuna motivazione militare poiché quando sono avvenuti non esisteva alcuna attività partigiana. Ad analizzare bene ci accorgiamo che le uccisioni non rappresentavano un contrasto o una difesa ad attacchi partigiani ma avevano una funzione "preventiva". Concordo con quanto scrive Tommaso Baris:
"i nazisti colpivano e uccidevano per affermare un dominio sulle cose e sulle persone. L’uccisione rappresentava una ritorsione perché si sentivano isolati, non amati, privi di sostegno concreto da parte dei cittadini".
Alcuni dati lo confermano.
Ci sono 2.000 prigionieri alleati fuggiti dai campi di prigionia nei territori circostanti che vengono ospitati o aiutati a passare il fronte proprio dai contadini.
Su 6.960 cittadini preventivati per il lavoro obbligatorio, addetti a sostenere i tedeschi nella costruzione della linea Gustav o di altre opere difensive, solo 765 si rendono disponibili.
Ma ancora di più pesa quest’ultimo dato: su 8.000  giovani scritti alla leva, tra i nati nel 1923, nel 1924 e nei primi mesi del 1925, solo 400 aderiscono all’esercito della Repubblica Sociale Italiana e 100 alla Guardia Nazionale Repubblicana. Sono  dati eloquenti, significativi, in grado di dimostrare che i cittadini anche se non prendevano le armi contri i tedeschi comunque  vivevano per aspettare la fine della guerra e delle tante privazioni.
A tanti anni di distanza, a mente fredda ed in grado di tirare anche alcune somme mi sento in dovere di affermare che,   in alcune realtà comunali, a fronte di tanta crudeltà dell’esercito nazista, purtroppo, troviamo poche tracce: una lapide, una via, una targa che ricordi i massacri e gli assassinii di tanti cittadini di questo territorio. Sembra che queste tragiche storie non siano mai esistite e prevale la sensazione di vivere in una comunità senza radici, senza storia. Per alcuni aspetti tale rimozione, va ricordato, ha riguardato il contributo dato anche dalla "Resistenza armata locale" la quale, pur con i limiti entro cui ha operato nella provincia, trovandosi di fronte una capillare  presenza  militare tedesca, non è  stata approfondita e valorizzata adeguatamente. Non è stata esaminata nei suoi aspetti volti a conoscere le cause di tali limiti ed il ruolo che, pur in tale proibitivo contesto, è riuscita ad avere. Non dobbiamo dimenticare che nelle nostre zone, da Paliano a Cassino  è presente la più alta concentrazione militare tedesca. Fino a maggio 1944 è stata la più alta concentrazione in tutta Italia.
Angelino Loffredi
Ceccano, 22 Aprile 2023.


 
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